CARO COMUNE SBAGLI.
LA TASSA DI SOGGIORNO
E’ SBAGLIATA E DANNOSA
PER IL NOSTRO TURISMO
COMUNICATO STAMPA
La Giunta Municipale di Prato, da quanto apprendiamo dalla stampa, sta lavorando all’istituzione della tassa di soggiorno.
La Confesercenti è contraria alla introduzione di questa nuova tassa.
Per Roberto Rosati coordinatore di Assoturismo-Confesercenti«Allo stato attuale, la tassa di soggiorno è diventata un’imposta sul consumo, una sorta di Iva addizionale che può arrivare a costituire il10%dell’importo. Così è a tutti gli effetti una tassa sul turista, che anziché sostenere e qualificare l’offerta la rende arbitrariamente più costosa.
La Confesercenti, e le imprese del turismo a noi associate, non è mai stata invitata dal Comune a discutere di questa ipotesi, né abbiamo ricevuto convocazioni per futuri incontri.
La tassa di soggiorno non può essere concepita per aumentare le entrate del Comune, Non può e non deve essere usata per spese correnti, ma i suoi introiti debbono essere destinate a politiche di promozione o a servizi ed infrastrutture per il turismo.
Il gettito come va investito allora ?
«Va ancorata saldamente, ricorda Rosati l’imposta agli investimenti nel turismo: il gettito deve confluire in fondi di garanzia per la ristrutturazione delle attività di alloggio e per gli interventi strutturali di accesso turistico. Crediamo che sia necessario un ritorno concreto di queste cifre al settore. A Pisa, ad esempio,una parte viene destinata alla promozione di attività con un bando a cui partecipano le associazioni di categoria».Spesso i soldi prendono altre strade.
Il non averla applicata ha rappresentato un piccolo vantaggio competitivo per le imprese del turismo del nostro territorio che questa decisione vanificherebbe definitivamente..
“In Italia ed in Toscana – continua Rosati- il turista è perseguitato dalle gabelle locali. Oltre alla già citata tassa di soggiorno, esistono imposte sui traghetti, sui bus turistici e sull’ingresso in alcuni centri storici. Complessivamente, se includiamo il prelievo IVA sulle prestazioni turistiche, il fisco italiano pesa per circa 2,5 miliardi di euro ogni anno sui viaggiatori. Una vera stangata, e di questo gettito al turismo arriva poco o niente. Esemplificativo il caso dell’imposta di soggiorno, nata con lo scopo di assicurare agli Enti locali le risorse per potenziare i servizi turistici ma che troppo spesso ha finito per essere interpretata come uno dei tanti canali di finanziamento degli Enti, trasformandosi da tassa pro turismo a tassa sui turisti”.