Il Monteferrato è un’area protetta famosa fin dall’antichità per le cave di marmo verde (detto anche serpentino) con cui sono state ornate le facciate delle più famose Chiese toscane. Le tre gobbe del Monteferrato prendono il nome di Poggio Ferrato (420 metri), Monte Mezzano (390) e Monte Piccioli (363) comprese tra i comuni di Montemurlo, Vaiano e Prato. Camminando sul Monteferrato ci si rende immediatamente conto del motivo per cui porta questo nome. La presenza ferrosa nel terreno è molto evidente e certamente questo suolo è poco adatto allo sviluppo di vegetazione ad alto fusto. Queste rocce sono ofioliti, cioè sezioni di crosta oceanica sollevatesi e sovrapposte alla crosta continentale. Il Monteferrato è dunque una porzione di fondale oceanico che nel passato si è sollevata fino a creare questo particolare colle. Il nome delle rocce, ofioliti, deriva dal greco e non significa altro che “roccia serpente”, per via del colore verde. La più importante pietra della zona è, non a caso, il serpentino, conosciuto anche come marmo verde di Prato, la cui cava più importante è stata quella della frazione di Figline. La pietra verde pratese è stata a lungo protagonista dell’architettura locale, costituendo – abbinata al marmo bianco di Carrara o alla pietra alberese – la bicromia tipica dello stile romanico toscano.
A Prato basta guardare la facciata del Duomo o di altre chiese, come quella di San Francesco, per rendersi conto dell’utilizzo di questa pietra. Al termine sosta presso la Macelleria Conti di Villa Fiorita per degustazione di prodotti locali e in particolare della famosa Mortadella di Prato IGP, Presidio Slow Food.
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