Confesercenti Prato lancia l’allarme: “Imprese allo stremo. Anche a Prato miglia di imprese a rischio. BENE IL GOVERNO, All’ombra del caro-bollette e dell’inflazione si allunga sul Natale, e non solo. La riduzione del potere d’acquisto delle famiglie si tradurrà infatti in una brusca frenata dei consumi: con gli attuali livelli di inflazione la spesa diminuirebbe di 2,5 miliardi rispetto al terzo trimestre 2022. A stimarlo è Confesercenti. Molto deboli sono diventate anche le prospettive per il 2023, quando l’aumento dei consumi si fermerebbe al +0,6%, a fronte di un’inflazione che rimarrebbe superiore al 5% in media annua. Una frenata che manderebbe a data da destinarsi la ripresa dei consumi: a fine 2023, continuerebbero a mancare 28,6 miliardi rispetto al periodo pre-pandemia, con consumi che tornerebbero ai livelli del 2016. Un pesante ridimensionamento del benessere delle famiglie, che devono ridurre la spesa e la gamma dei beni e servizi acquistati per far fronte all’aumento dei prezzi di energia e alimentari. Secondo rilevazioni Ipsos per Confesercenti il 73% degli italiani ha difficoltà o non riesce affatto a far fronte all’aumento delle bollette energetiche. E addirittura il 92% prevede di tagliare la propria spesa, a partire da quelle per ristoranti, bar, vacanze e abbigliamento. A rimetterci anche le imprese, che si trovano schiacciate tra l’aumento dei costi per luce e gas e il rallentamento dei consumi.
“L’energia è un bene primario che sta alla base dello svolgimento di ogni attività economica. Se questa si trasforma in bene raro, distrugge la rete delle imprese e mette in crisi la coesione sociale – commenta il Presidente di Confesercenti Prato Stefano Bonfanti -. Dobbiamo subito fare qualcosa. Le prospettive sul futuro di tante imprese del terziario si stanno velocemente deteriorando e mettono a rischio ripresa economica e coesione sociale. Siamo comunque soddisfatti per le decisioni prese oggi dal CDM. Il DL Aiuti Ter accoglie diverse nostre proposte, in primo luogo i prestiti garantiti alle imprese per il pagamento delle bollette, una misura di buon senso che alleggerisce un poco la pressione – oggi insostenibile – sulle attività economiche”. Bene anche il rifinanziamento del fondo per l’una tantum agli autonomi, un’altra nostra richiesta, così come ci sembra assolutamente positiva l’estensione del credito di imposta alle imprese cosiddette non energivore, anche se avremmo voluto vedere misure per il rifinanziamento della rete dei confidi, essenziali in questa fase per la liquidità delle imprese”. “Resta però ancora un intervento essenziale da mettere in campo: agire sulle tariffe, imponendo un tetto che le riporti ai livelli medi del 2021 e sganciando il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. In caso contrario, le imprese si troveranno comunque a breve nell’impossibilità di mantenere attività e occupazione