Fiducia: Confesercenti, segnali contrastanti. Migliora per i consumatori grazie a frenata dell’inflazione, ma le famiglie rimangono prudenti. E dalle imprese arrivano segnali di incertezza

Manifattura mostra segnali di rallentamento, su edilizia pesa caos Superbonus. “Domanda interna il fronte su cui puntare, BCE tagli i tassi per fare ripartire i consumi”

Dai dati sul clima di fiducia di famiglie ed imprese a maggio arrivano segnali contrastanti. Da un lato il processo di rientro dell’inflazione sostiene la fiducia dei consumatori, in uno scenario di progressiva normalizzazione dei prezzi che dovrebbe proseguire nei prossimi mesi. Dall’altro, preoccupano i segnali di incertezza sul fronte della fiducia delle imprese, in particolare nella manifattura e nelle costruzioni, comparto che sconta il caos Superbonus.

Così Confesercenti in una nota.

L’indice dei consumatori recupera la flessione di aprile, e a maggio torna a collocarsi sul valore medio dell’ultimo anno, comunque al di sotto dei livelli toccati ad inizio 2022. Nonostante la frenata della corsa dell’inflazione, le famiglie si mostrano dunque prudenti e nei prossimi mesi potrebbero essere portate ad aumentare gradualmente la loro propensione al risparmio, smorzando la spinta che il recupero del potere d’acquisto fornirà alla spesa per consumi. Ma bisognerà attendere, probabilmente, la seconda parte dell’anno per assistere a qualche segnale più significativo.

La fiducia delle imprese, invece, a maggio registra la seconda flessione consecutiva. A vedere peggiorare il clima sono le piccole imprese del commercio al dettaglio, soprattutto per la valutazione negativa sulle vendite correnti, a cui si contrappone una discreta aspettativa di miglioramento futuro. I servizi turistici registrano una sostanziale stabilità, mentre si registrano peggioramenti, da due mesi consecutivi, per il clima di fiducia delle imprese manifatturiere e delle costruzioni.

Quest’ultimo comparto, in particolare, vede l’indice scendere a un livello tra i più bassi degli ultimi tre anni, segnale evidente dell’impatto negativo della questione Superbonus, che ha messo in difficoltà numerose imprese e che – se le difficoltà dovessero tramutarsi in chiusure di attività – rischia di ‘contagiare’ negativamente tutta l’economia, a partire dalla domanda interna. Che rimane, a nostro avviso, il fronte su cui concentrare gli sforzi, in un quadro economico condizionato dalle tensioni internazionali e dal rallentamento delle attività manifatturiere ed edilizie. Per questo, auspichiamo che a giugno si concretizzino finalmente le attese positive sulla riduzione dei tassi da parte della Bce: un passo decisivo a sostegno della ripresa e dei consumi per famiglie ed imprese.

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