L’appello di Confesercenti e Confcommercio regionali
“Attualmente il periodo di sospensione scade il 31 agosto ma sarebbe auspicabile una proroga almeno al 31 dicembre. È quindi importante e urgente che la decisione del Governo giunga nei tempi più rapidi possibili, per dare la possibilità a molti esercenti di non subire l’ingiuria del protesto a causa di una situazione di cui essi non hanno nessuna colpa e nessuna responsabilità”
“Occorre evitare che i titoli di credito di qualunque natura, inclusi gli assegni, giungano a scadenza e, in caso di incapienza, siano origine di conseguenze a carico dell’ultimo anello della catena distributiva, ovvero le piccole e micro imprese commerciali al dettaglio”.
Così Confesercenti e Confcommercio Toscana intervengono su uno dei temi che maggiormente tocca tutti i settori soprattutto in questa fase.
“È un problema che affligge tutti i settori – fanno notare – con punte di altissima preoccupazione nel settore moda, dove gli effetti della chiusura obbligata dalla pandemia si traducono in magazzini pieni di merce invenduta e da pagare”.
“Il tema è all’attenzione sia delle Federazioni di settore che delle confederazioni nazionali, che già ad aprile hanno ottenuto una sospensione delle procedure per tutti i titoli di credito – sottolineano -. Successivamente era stato presentato un emendamento per prorogare fino a dicembre tale sospensione. Purtroppo, la dinamica dei lavori parlamentari ha impedito che l’emendamento venisse discusso ed inserito nella legge di conversione. Va anche ricordata l’incessante attività svolta dalle associazioni già dalle prime settimane di chiusura, a sostegno e risoluzione delle specifiche problematiche del comparto abbigliamento/moda”.
“Questo – continuano – non ha fermato l’azione delle confederazioni, che mantengono questo punto tra le richieste prioritarie che vengono costantemente poste all’attenzione del Governo e del Parlamento. Attualmente il periodo di sospensione scade il 31 agosto prossimo. È quindi importante e urgente che la decisione del Governo giunga nei tempi più rapidi possibili e con un allungamento del periodo di sospensione almeno fino al 31 dicembre 2020, per dare almeno la possibilità a molti esercenti di non subire l’ingiuria del protesto a causa di una situazione di cui essi non hanno nessuna colpa e nessuna responsabilità”.
“È una problematica che investe tutto il paese e tutti i settori economici – concludono – è per questo che si insiste a livello nazionale, perché gli unici che possono e devono dare risposte sono il presidente del consiglio Conte, il suo Governo ed il Parlamento. Ed è importante spingere, tutti insieme, perché la risposta arrivi rapidamente e nella direzione richiesta”.