COMUNICATO STAMPA
Confesercenti Prato, Le richieste dell’associazione azzerare tasse comunali per il 2020 e imposte di ogni tipo per due mesi di ripartenza
Mauro Lassi, Presidente Confesercenti Prato: “Auspicare, lavorare e sollecitare che ciò avvenga e un dovere mio e dell’associazione che presiedo”
Azzeramento tasse comunali per tutto l’anno 2020; azzeramento tasse e imposte di qualsiasi tipo per il periodo di fermo delle attività o di drastica riduzione del volume d’affari e per i due mesi successivi necessari alla “normale” ripartenza; bonus per partite Iva mensile: almeno 800 Euro per i mesi di fermo o di riduzione drastica del volume d’affari; azzeramento affitti per periodo chiusura attività o di riduzione drastica del volume d’affari; azzeramento bollette utenze per periodo chiusura attività o di riduzione drastica del volume d’affari; sanatoria per segnalazioni CAI e/o CRIF per il periodo di emergenza Covid: il soggetto non potrà essere classificato a sofferenza. Sono queste, in sintesi, le richieste promosse da Confesercenti Prato rivolte a enti locali e nazionali.
Il Presidente dell’associazione di via Pomeria, Mauro Lassi, fotografa il momento attuale delle aziende pratesi e si fa promotore di alcune richieste per supportare le imprese in questa fase difficile. Primo oggetto della sua riflessione sono le migliaia di imprese che senza sostegni adeguati, rischiano di non riaprire più una volta terminate le restrizioni della cosiddetta fase 1.
“I miliardi di euro di disponibilità finanziaria – afferma Lassi – che sono e saranno messi in campo rappresentano un’iniezione di risorse rilevante, utilissimi per le imprese in questa fase ma sicuramente insufficienti per il momento sia a fronteggiare la situazione attuale, sia a favorire la ripresa futura. La ricostruzione del sistema economico sarà possibile nella misura in cui cambieranno le regole che fino ad oggi ne hanno definito il sistema stesso. Se vogliamo una crescita con forti accelerazioni, dobbiamo semplificare le regole a partire dal sistema fiscale. Dobbiamo ridurre la tassazione, semplificare le regole, azzerare la burocrazia e definire meglio le competenze tra Stato e Regioni. Allora sarà possibile una ripresa per il Paese”.
Per Confesercenti Prato servono semplificazioni fiscali, burocratiche e amministrative: avere una visione a lungo termine e pensare alle imprese come soggetti con un cuore, un’anima, una famiglia e con un lavoro fatto di sacrificio ma anche di dignità e passione e non come evasori ad ogni provvedimento o legge promulgata.
“Auspicare, lavorare e sollecitare che ciò avvenga – sottolinea Lassi – è un dovere mio, di Confesercenti e di tutto il mondo delle imprese per garantire un futuro fatto di poche semplici regole e di agevoli procedure che ci permettano di lavorare con la sicurezza di essere in regola e con la celerità che il mercato ci richiede e adoperarsi per realizzarlo, credo fermamente, che debba essere la priorità per chi ci governa. Un aspetto positivo dell’emergenza sanitaria, può essere riscontrato nell’accelerazione al cambiamento. In questa fase abbiamo assistito a delle trasformazioni che, in un contesto non emergenziale, avrebbero richiesto anni. Mi riferisco all’utilizzo del digitale, al lavoro agile, detto smart working e alla necessità della comunicazione. Ma anche semplicemente a come i negozi di vicinato stiano sviluppando un servizio essenziale, ovvero la consegna a domicilio, che da tempo Confesercenti ritiene elemento fondamentale per una ripartenza graduale. Ma ora ci sono migliaia di imprese che rischiano di non riaprire. Le imprese che non hanno ricavi hanno bisogno che i costi non ci siano”.
Per Confesercenti è necessario bloccare i pagamenti delle locazioni commerciali e delle affittanze di azienda, non solo per gli immobili classificati in C/1 ma per tutte le aziende che hanno dovuto chiudere per l’emergenza sanitaria, magari dando un credito d’imposta ai proprietari dei fondi su imposte o tasse future o altro. La sospensione delle imposte di soli alcuni mesi non serve alle imprese che senza lavoro non potranno farvi fronte a giugno. Serve un azzeramento totale di tutte le imposte e tasse per i mesi di fermo delle attività calcolandole, appunto, in proporzione ai soli mesi lavorati o ai mesi in cui si è verificata una riduzione drastica del volume d’affari, considerando anche 2 mesi in più per il rallentamento che sicuramente ci sarà nella ripartenza dell’attività di ogni impresa.
Pagamento diretto da parte dell’INPS per i lavoratori delle imprese che si trovano in cassa integrazione a causa di questa emergenza sanitaria e anticipo a tutti i lavoratori attraverso una convenzione con le banche con procedure più semplici e inclusive di quelle già emanate.
“Anche l’indennizzo non è sufficiente – chiosa Lassi –. I 600 euro previsti sono veramente pochi. Serve di più, e soprattutto non una tantum: il beneficio deve essere prolungato per tutti i mesi di inoperatività delle imprese, non solo marzo. Inoltre va riconosciuto anche alle aziende che pur essendo aperte, hanno visto una drastica riduzione del loro giro d’affari come i benzinai, i giornalai o per quelle che, pur potendo rimanere aperte, hanno chiuso per tutelare dipendenti e clienti ecc”.