Coronavirus: Assofioristi, “tonnellate di fiori e piante al macero, persi 200 milioni di euro”
La denuncia del Presidente Ferrante: “chiusura negozi condivisibile, ma arriva nel momento peggiore per i fiori. Piccole imprese beffate dalla concorrenza sleale, servono sostegni incisivi”
“I nostri produttori di piante e fiori ed i vivaisti, non potendo vendere i prodotti a causa della emergenza sanitaria in atto, sono costretti a sradicarli, vanificando così il lavoro di mesi e destinando tonnellate di fiori e piante al macero. A questi vanno purtroppo sommati i fiori e le piante che giacciono nei negozi e che si stanno rapidamente deteriorando, perché non possono essere venduti. Il danno per il settore, quantificabile in almeno 200 milioni di euro di fatturato perso, di cui 30 nella sola Sicilia, è tale da far ritenere ormai compromessa la stagione primaverile, uno dei momenti di massima attività del settore florovivaistico”.
Così Ignazio Ferrante, Presidente di Assofioristi Confesercenti.
“Lo stop è infatti arrivato nel momento peggiore per le imprese: dopo il periodo invernale, le nostre aziende esportatrici di fiori hanno sostenuto alti costi di gestione aziendale – dal riscaldamento delle serre alla loro illuminazione – per poter anticipare di qualche mese la primavera ed arginare così la concorrenza sempre più agguerrita dei prodotti provenienti soprattutto dall’Africa ed America Latina”.
“Per i negozi si aggiunge inoltre la beffa della concorrenza sleale: mentre i negozi di fiori e piante sono sottoposti al provvedimento di chiusura, pur necessario e condivisibile, continuano ad arrivarci segnalazioni che in molti super ed ipermercati la vendita di fiori sta continuando”.
“Assofioristi – conclude Ferrante – chiede per tutta l’Italia, ed in particolare per le regioni di Sicilia, Toscana, Liguria e Lazio, che sono grandi esportatrici di piante e fiori mediterranei in tutto il mondo, un reale aiuto che vada incontro ai piccoli negozi, ai grossisti ed in generale a tutta la categoria. Il florovivaismo è un settore che dà lavoro ad oltre 27mila imprese e 100mila addetti in Italia. Se non ci sarà un sostegno mirato, molte attività rischiano di chiudere per sempre”.